Si accende il trattore e
Hubcap Music parte fulmineo (“
That’s right. It’s my 1965 John Deere tractor”, dice Steve Seasick. “
It’s a big, six-cylinder diesel thing. I grew up farming and I’d like to do it some more. It’s an amazing feeling to plough. Making proper money playing music is pretty new for me. I have no other way to earn a living and it’s a little too late to do anything else”), dalla fattoria che si apre davanti a
Hubcap Music si raggiunge in breve tempo il Mississippi. Corre parallela ad essa nel quinto disco solista di
Steve Seasick, per 50 minuti, come se avesse fretta di allontanarsi da una zona desolata.
La chitarra ispira entrambe, scattante dall’apertura di
Down On the Farm verso direzioni armoniche che conoscevamo ma che non raggiungeremo mai del tutto, esistono -anche soltanto per quel paio di minuti- nella chitarra di
Steve Seasick. Uno strumento particolare, singolare, che da sempre caratterizza il bluesman californiano (“
two hubcaps and a hoe”), come la cigar box guitar divisa con
Luther Dickinson, il mandolino e lap steel con
John Paul Jones. Ce le fanno intravvedere anche dopo il convincente
You Can't Teach an Old Dog New Tricks (disco d’oro in Gran Bretagna) e ancora desiderare nel torbido delta mississippi blues che si impossessa delle irrequiete ed ombrose
Self Sufficient Man e
Keep On Keepin' On.
Steve Seasick è più dolce del recente passato, ma molti temi restano familiari per colui che dopo aver lasciato casa all’età di 13 anni per colpa degli abusi del patrigno, si è messo in viaggio alla ricerca della normalità, pensiero e sguardo che si interrogano dalla soglia della strada per tutto
Hubcap Music, su come e dove entrare, la lap steel quando lavora nella luccicante bellezza di
Over You e della meravigliosa
Hope, restituisce un’elaborazione pittorica dove la percezione del blues è affidata alla stesura dei toni acustici, così come le figure si formano nei passaggi chiaroscuro della steel guitar, del mandolino o della pedal steel di
Purple Shadows.
Ma le nuvole nere di pioggia continuano ad invadere
Hubcap Music, come colore versato su una tela,
The Way I Do e
Home ne sbiadiscono i contorni,
Freedom Road sbatte nervosa ai bordi del delta blues, la chitarra non smette di disegnarne i margini anche in
Heavy Weight. Come la luce del sole le colpisce di taglio, facendole brillare in modo violento, entità geometriche pure da incastrare sorprendentemente nel soul finale di
Coast Is Clear.
Steve Seasick lavora sul blues come un pittore che ombreggia, che sfuma i contorni e insieme distingue le corrispondenze e i contrasti, forse c’è poca diffusione in
Hubcap Music, ma le chiazze dove il riflesso del blues si condensa, raccolgono la creatività di chi ha ancora voglia di scatenarsi nell’interpretare ombre e angoli bui del Mississippi.