DANIEL NORGREN (Buck)
Discografia border=parole del Pelle

     

  Recensione del  22/05/2013
    

Ambizioso il nuovo progetto dello Svedese Daniel Norgren, si preoccupa di trovare una linea comune tra il passato e un suono sperimentale attraverso le origini del classic rock, dalla scoperta di un vecchio organo, un Foster, parte l’idea di riportarlo in ‘vita’ nell’atmosfera calda e suadente della campagna.
C’è un mondo sonoro che come una voluta di fumo filtra attraverso le fessure che increspano quel vecchio strumento, un contrasto che si può trovare quando ci si tuffa in uno spazio dove frammenti di antico convivono con una modernizzazione forzata. Il suono del motore parcheggiato davanti casa apre uno strano collage in Buck (Go Play With Him e Driving Ghosts Out Of Black Buck With A Weld), utile a preparare nei 10 minuti di Howling Around My Happy Home una particolare dimensione temporale che scatta dalla nostalgica Once A Queen, come un rimpianto per quello che una volta il ‘calore’ e la solidarietà di un tempo non ti faceva mai sentire solo, ma parte di qualcosa.
Esplode nella meravigliosa ballata di Putting My Tomorrows Behind, una riflessione sulla vita scolpita nel tempo espanso e magico della voce di Daniel Norgren, carica di immagini che un po’ rivelano e molto celano, che accennano storie e si fanno invadere da una moltitudine di ricordi che si riversano nel campo del rock per un nuovo suggestivo messaggio, Whatever Turns You On, il luogo da perimetrare, inquadrare, con le splendide Black Vultures, I´m A Welder e Music Tape, per permettere al corpo ‘classico’ di Buck di continuare a vivere nelle macchie lasciate dalla fisarmonica, dalla slide guitar e del pianoforte.
I contorni della sperimentazione sono duri e ruvidi, Tar e Don´t Touch It!, ma c’è ancora del tenero in Buck, esibisce il suo corpo come una terra desolata che attende di essere ripopolata dei segni che lo hanno reso così riconoscibile, si apre durante gli 8 minuti di Moonshine Got Me e si chiude nei 5 di una sofferta My Hobo Is Rambling. Ma è nell’instabilità di questo movimento oscillatorio che Buck riesce a trovare il principio stesso del proprio equilibrio.