MARK SELBY (Blue Highway)
Discografia border=Pelle

     

  Recensione del  07/04/2013
    

Mark Selby e un viaggio senza meta sulle strade d’America, “My wife, Tia, and I were on a long drive from Nashville down to Dallas and on up to our Colorado cabin. Somewhere north of the Texas line we got chased around by a tornado, which put us off course and headed us straight for Gage, Oklahoma, the little prairie town where I grew up.” Blue Highway nasce e segue quel vagabondare, Mark Selby lo trasmette alle canzoni, il coriaceo blues degli esordi è pronto ad essere addomesticato col suono della provincia e influenzato dal Sud, a renderlo mutevole, quel suono solido che comanda I Will Not Go Quietly diventa ben presto solo uno dei tanti strumenti al servizio di Blue Highway, da centellinare, in una miscela eterogenea di blues/rock/soul/pop/country.
Intriga Change A Comin' ma le quotazioni di Mark Selby tendono a scendere in A Little While e tra le semplici affinità a New Orleans di Gotta Be Enough e Trouble Wants, angoli country nella ballata di Forty Days, Forty Nights, il rock è smussato in Another Man e Let's Spend The Night Together.
Lo script di Blue Highway somiglia ad un colabrodo tenuto in mano da un cuoco, bravo, ma distratto, intento a riempirne i buchi uno alla volta con melodie che galleggiano troppo nell’anonimato. La strada da seguire è quella di This Is Why We Rock & Roll, quella che chiude dignitosamente Blue Highway, dalla matrice acustica alla foce del Delta Mississippi di Black Diamond, alle vertigini alle chitarre di Hell's Hip Pocket, bluesy in Mile Zero che sfociano nella espressiva Backroad Jam finale.
My last studio project, Nine Pound Hammer, and our Live At Rockpalast CD/DVD really explored the power trio of Daryl, Chopper and I. It was time to expand the 'palette' again for this record.” Un po’ troppo, Mark, trova il modo di richiuderle!