Nel cuore melodico del duo
Tate Landon Mayeux e
Brian Broussard alberga l’essenza delle radici texane, quelle nate col blues, nelle ‘smalltown’ di frontiera, ma c’è più Texas che Messico in
While The Gittin's Good.
Il fondo è solido nell’Americana, le chitarre ne assorbono la luce come in un paesaggio di
Bernardo Bellotto, e rilevano le screpolature del West, dove trovare speroni e le colt, potenti come cavalli, come porticine basculanti di un saloon
While The Gittin's Good si apre all’avvolgente melodia di
Sky High Ryder, nella splendida
Papa's Pystol le stetson, le selle e le staccionate compaiono sullo sfondo insieme al respiro, la leggenda, la morale e lo skyline (simbolico, texano). Spazio e tempo costruito in un paio di anni, dal 2011, “
We’re young, playing hard and taking advantage of the opportunities that surround us in Austin. The title really reflects the current revival about our type of music, where we feel country and blues is beginning to stand out more to the younger generation”.
Mayeux & Broussard mostrano autocontrollo quando rallentano nella brillante ballata elettrica di
Hollow Ground, un bisogno di armonia che
While The Gittin's Good appaga col contatto diretto con gli elementi naturali texani, la nuda terra, il country (bravi
Rhett Price al violino e
Matt Wiley al mandolino nel duetto finale di
The Place I Long to Be), ai cocenti raggi del sole racchiusi tra le corde della chitarra di Broussard che fanno la voce grossa nella ruspante leggerezza di
Long Day Blues e
The Ground that Keeps Him Standing.
Un tripudio di colori primari texani e di contrasti cromatici della provincia, rieccoli in
Lord I'm Gonna Dye e nella deliziosa
Somewhere Trouble Don't Go, delle gemme corrose dal tempo della chitarra di Broussard. Ne abusa per rendere ruvida
Hey Mama Blues, ma solo per quel puro e semplice scopo di soddisfare il gusto per una musica concreta, senza fronzoli.
Mayeux & Broussard si trovano su quella curva, dove all'estremità è piazzato
While The Gittin's Good.