ARBOURETUM (Coming Out of the Fog)
Discografia border=Pelle

     

  Recensione del  03/03/2013
    

Non deviano poi tanto dal percorso di Rites of Uncovering (l’esordio del 2007), lo stile resta rarefatto, un ‘indie rock’ fatto di antonomie e contrasti all’essenza della psicadelia, la chitarra e la voce di Dave Heumann ne sono le principali dispensatrici, un connubio che diventa sintomatico sin da The Long Night.
La band di Baltimora si fa portatrice di un malessere specchio di un vuoto dell’anima e di un’inaccettabile carenza di amore, nella placida e luccicante bellezza di Renouncer la chitarra serra il ritmo uniforme di Coming Out of the Fog, riffs claustrofobici entrano tra le righe tracciate dalla penna di Colin Dickey, in un viaggio nel deserto Siriano alla ricerca di una qualche purificazione celeste dove per contrasto si liberano ariosissimi totali nella jam alla chitarra.
Il mondo esterno è ridotto a macchie di colore, continuano a pulsare nelle chitarre di The Promise e World Split Open, tra l’immaginario naturalistico di Oceans Don’t Sing, ha un intro morbido, il piano e la lap steel hanno distanza zero e donano durata infinita all’oscurità.
I punti di fuga di un’ottica teoricamente immateriale sulla quale gli Arbouretum infilano un’altra incantevole ballata elettrica, All at Once, The Turning Weather lungo la quale procede l’ennesima rivelazione di intriganti spaziature spirituali, sperimentando in Easter Island, prima di chiudere il viaggio con la bellezza di un pianoforte, cercando di allontanarsi da quella danzante inquietudine che rende così vivido Coming Out of the Fog.