SKINNY MOLLY (Haywire Riot)
Discografia border=Pelle

     

  Recensione del  03/03/2013
    

‘Leggero’ e godibile il salto temporale con gli Skinny Molly, tradizione del rock dalle forti tinte sudiste racchiuso in Haywire Riot (in scia al positivo No Good Deed, 2008). Un ritorno al passato degli Lynyrd Skynyrd e dei Blackfoot che è già presagio di un dolce dejavù per il frontman Mike Estes e del chitarrista Jay Johnson nella solida partenza di If You Don't Care.
Gli Skinny Molly restano fuori dagli schemi, le fantasie alcoliche della piacevole Devil in the Bottle restano inopportune per il mondo artefatto in cui vive oggi il rock, ma il cazzeggio sulla cultura anni ’70 piace nel misto radici della steel guitar e la strada in Two Good Wheels.
In Haywire Riot sono legate da melodie ambivalenti, dove le chitarre scatenano deliziosi corti circuiti, Too Bad to Be True e Bitin' The Dog, senza mandare all’aria un’idea da rock di provincia in Judge Parker, nella benedetta bellezza di After You e Lie to Me.
Haywire Riot piace anche per il modo con cui gli Skinny Molly contraddicono il debordare dei valori della cosiddetta società civile (la discrezione, il tempo, il denaro) shekerati in Shut Up and Rock e tornando con scioltezza sul rock, rozzo e sbrigativo, in None of Me No More e Dodgin' Bullets. Ma nel complessivo è bene trovarsi qualche volta con ‘piccoli bulldozer’ come Haywire Riot. È quasi terapeutico.