CODY JINKS (30)
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  Recensione del  07/02/2013
    

I grew up with country music, with some rock ’n’ roll mixed in, and I came back to it”, il country come dice Cody Jinks (ex frontman degli Unchecked Aggression, thrash-metal band di Fort Worth, Tx), è stato lo snodo tra il 2003 e il 2005 per tornare al primo amore, in quel ‘tra’ ha (ri)attivato lo sfoglio dello spazio e del tempo del country, dove la musica di Waylon Jennings è diventata una curvatura gravitazionale e il dono di una voce baritonale, lo strumento di rivelazione fisica dell’anima del fuorilegge.
Un esordio rispettandone i vincoli melodici, “The first record (Cast No Stones, 2008) I did was very Nashville,” continua Jinks. “I didn’t know what else to do. I’d just come off the metal scene, and I didn’t know what country scenes were — I just started covering songs I liked, and that album had a pretty big Nashville feel to it.” Poi sono arrivati i The Tone Deaf Hippies, sono scesi in strada e si son lasciati dietro radio e marketing: “I don’t rely on radio or press to promote my albums. It’s kind of a DIY punk-rock mentality: Just get in the van and go”.
Ed infatti dei dischi di Cody Jinks si sa poco e nulla se si vive al di fuori del Lone Star State, è capitato per l’ottimo Less Wise e si continua con 30. Poco importa, la musica di Cody Jinks è fatta di note e parole pesanti, il tempo lo trascinano a terra, lo trattengono. In 30 continua a brillare il racconto degli spazi texani, dei vuoti dove i segni insidiosi della modernità sono pochi, pedal steel, violino, rock e country si mischiano ad un paesaggio che si fa personaggio in 30.
È il polso di una robusta A Memory And A Dream, pronto a essere sfumato nel dolce violino di Looking For A Friend, bene e male non sono definibili in senso stretto ma non il country, tuttavia tra questi spazi di pura contemplazione malinconica Cody Jinks inocula la densità e l’azione come nell'incastro tra le splendide We Get By, Prairie House Redemption e Thunderheads. Violino e pedal steel sono le chiave di volta, di colpo invertono la corrente di 30, dominano il tempo del vagabondare, lento o improvvisamente accelerato, 13 Years e Lady Bug da una parte, e Glad To Say e This Old Guitar dall’altra.
Ma come i cartoon di Tex Avery, 30 non è mai unico, assume sempre due sensi, due direzioni contemporaneamente, e agli scarti sonori delle chitarre di Alone e la Ghost Track, Cody Jinks affida le ultime gocce di poetica cowboy.