CYRUS JAMES (Molly and the Devil)
Discografia border=Pelle

     

  Recensione del  07/02/2013
    

Il deserto dell’Arizona, una fattoria del Colorado e il Texas, l’incrocio per il disco d’esordio di Cyrus James dove poter mettere in luce gli ascendenti country di famiglia (“There were always instruments laying around the house growing up. The music is in my blood, so playing guitar just seemed like the right thing to do,” dice Cyrus. “Dad always played banjo and guitar growing up; he picked a lot with friends, but did not play out too often. I started playing guitar and writing when I was around 14.”)
I ricordi al nonno con i primi germogli del bluegrass, a banjo e mandolino, mentre con gli occhi guarda al Messico, sembra quasi che i cambiamenti socio-economici che hanno sconvolto più di un animo e corrotto più di un’anima non appartengano a Molly & The Devil. Le tradizioni del Country e le progressioni armoniche della steel guitar ne accompagnano alti e bassi tra Headin' Out e Lucky 59, le distribuzioni sentimentali di un peccatore da ricercare tra l’epica e malinconica bellezza della fisarmonica in One Country Song e Paper Boats o dall’armonica in Winter in Frisco e la conclusiva Southband. “Cosmic American Music” ne parla nel segno di Gram Parsons, Cyrus James trova nella temporanea estasi chimico-alcolica di I'm drunk, I'm sorry (“but baby you don't have to worry tomorrow I’ll be as sober as a preacher on Sunday morning…”) la possibilità di accentuare le dosi d’ironia indispensabili come l’alcohol, a trovare quell’oblio utile a sopportarne le conseguenze.
E per un fuorilegge come Cyrus James la crescita è veloce, nelle ballatone, oneste e dignitose, di Back Way Home e quando spinge al piano Lickity Split (insieme a John Fleming) o quando armeggia con il rock, capace di farlo esplodere nella deliziosa Reckless Cinderella.