SCOTT COPELAND (Scott Copeland)
Discografia border=parole del Pelle

  

  Recensione del  19/12/2012
    

Dagli ardori polverosi dell’estate ai rigori impregnanti dell’inverno c’è sempre qualche disco che scappa via, facile quando si tratta di talentuosi singer-songwriter nascosti nel sottobosco fertile texano, Scott Copeland è uno di quelli.
Si nutre di musica in silenzio, più o meno come le persone che preferiscono far colazione senza gente intorno, ammette frontiere ma rifugge i confini (country, blues, rock, ballata folk introspettiva) Scott Copeland è un altro disco che si alimenta continuamente di nuova energia che agisce a livello puramente emotivo, nella lap steel e il passo morbido dell’iniziale Riverbank Blues, tradizione cantautorale texana distribuita in uno schema ben collaudato (il rock, delizioso in Hunter S, al blues in Drinkin' on the Weekend, quella mistura calda e avvolgente di whiskey/Messico/dolore country in Lonely with You e Water to Wine, spalmato col mandolino e violino in un'altra perla come Peddling the News).
Un po’ come il mare quando si ritira sulla spiaggia ad inglobare senza pregiudizi ciò che incontra sul cammino, Scott Copeland si comporta con un solido songwriting, lo distribuisce nella sua classicità con uno smistamento ‘verticale’ dei suoi elementi, capaci di amalgamare commedia e dramma tra l’intensa chiusura di October Dream e quando apre spiragli col passato in Last Call for the Blues, con squarci di luce nell’armonica e nella slide guitar dotate di struggente bellezza in True as You, Gettin' Over you Blues e Seventh Floor. Sarà per questo che Scott Copeland riesce ad essere uno di quei dischi che ci fanno stare meglio, necessariamente da recuperare per un bel regalo di Natale.