Il viaggio americano di
Ian Siegal si arricchisce di sfumature, nascono ancora sotto la stella di
Cody Dickinson (produttore del convincente
The Skinny del 2010), si sviluppano intorno alle radici soul/funk & gospel del Sud degli States ma visitato senza i
the Youngest Sons. Bastano i fratelli Dickinson -anima dei
North Mississippi Allstars, Luther alla chitarra e Cody alle percussioni, nell’ennesima convincente variante, stavolta denominata
Mississippi Mudbloods.
Il tutto è cominciato insieme a
Ian Siegal in Belgio, al Rhythm & Blues Festival dello scorso anno, proseguito con un ulteriore tour in Inghilterra al London & Manchester Bluesfest -trasmesso per una 20 minuti anche dalla BBC Radio, e confluito in
Candy Store Kid: l’anima nera del Mississippi è forte, entra a mettere ordine nel blues di
Ian Siegal, solca
Bayou Country ma senza spostare le forze profonde delle chitarre in agguato nelle fosche
Loose Cannon e
Strong Woman, l’oscurità insondabile del blues rispetto alla quale sembra non ci sia rimedio.
Invece
Candy Store Kid sposta il palleggio fra i vertici melodici del blues con audaci intrecci, nella conclusiva
Hard Pressed (What Da Fuzz?) nel gospel di
Green Power e nella cover di Steve "Lightnin'" Malcolm (
So Much Trouble). Nel ricostruire intorno a solide basi rock l’accattivante
The Fear, c'è spazio in
I Am the Train e
Earlie Grace Jnr per dare libero sfogo alle dita di Luther Dickinson, un esercizio che trova la spalla ideale nel delta del Mississippi.
La splendida
Kingfish ha quel respiro, si infiltra nei confini della slide guitar, fatta di emozioni anche quando l’elettro-acustico riscalda la riflessione di
Rodeo, un mondo fatto di luci soffuse che
Ian Siegal ed i
Mississippi Mudbloods usano per attenuare le linee nette di
Candy Store Kid, dure come la realtà.