HOUSTON MARCHMAN (Econoliner)
Discografia border=Pelle

     

  Recensione del  04/11/2012
    

Undicesimo album in venti anni, dietro la maschera di Econoliner si rimette in gioco il piacere dell’intelligenza e il dolore dell’intelligenza di un songwriter che ha ancora qualcosa da raccontare sulla società americana, sul suo posto nella storia, sulla sua identità: “When I came of age, the stuff I was turned onto was Willie (Nelson) and Jerry Jeff (Walker) and Townes (Van Zandt),” dice Houston Marchman.
All of those guys wrote for the reason of having something to say.” Dolci le steel guitars in Hand On The Wheel, il filo rosso per Houston Marchman per legare a doppia mandata le genuine radici texane macchiate col blues che divampano nelle deliziose Waitin' On A Train e No Hook For My Hat, lo fa attraverso il fascino delle parole nell’attesa di un necessario scioglimento semplice e insieme poetico nella splendida ballata di Econoliner. I dischi di Houston Marchman sono come stazioni di servizio tra deserto e paludi, il rock è nelle corde di questo songwriter, ascoltare Gatesville Girls, ma i confini melodici tra folk e americana sono come una griglia di riferimento nella costruzione di perfette ballate in cui hanno un ruolo primario i ‘colori’ della provincia americana, sempre rilucenti le steel guitars in Wisdom Wall e nella struggente bellezza di Drinkin' Double (dove l’uso della voce femminile, Ali Holder, è sapientemente miscelato ad una melodia quieta, sommessa, recante con sé il peso di una dolorosa concentrazione alcolica e di una solitudine che non si placa nemmeno con la bellezza del suono).
Nel finale si rivivono calde atmosfere, ruspanti ed irrequiete in When I Come Back To Farmin' e Somewhere East, sa cambiare efficacemente registro e si indirizza da altre parti in On My Own e Ruby, ma Econoliner appartiene tutto a Houston Marchman che se lo ruba in un attimo quando canta Lose Control per 4 emozionanti, interminabili, miracolosi minuti. Ad una settimana dall’ascolto è ancora dentro la mia testa, come se avesse scavato cunicoli nella mente e si fosse accucciata sul fondo.