JEREMY HALLIBURTON (Good Vynil)
Discografia border=parole del Pelle

     

  Recensione del  04/11/2012
    

Deejay negli anni ’90 alla KCTI, troppo tejano e lingua spagnola lo spingono a cambiare per la KTXN in Victoria, c’è la Country Music, arriva la sorpresa con l’esordio di Whiskey & Lies. In un paio di righe c’è tutto il passaggio del songwriter Jeremy Halliburton da un’età matura che perde ogni sovrastruttura di riferimento, a quella di un’età giovane che ancora non ha acquisito nulla di ciò che inevitabilmente dovrà perdere, aggiungiamo una buona dose di ironia, senso dello humor e sentimentalismo di provincia, ecco lo spazio senza luogo e senza centro dove incidere con Mark Jungers il nuovo disco: “We recorded Good Vinyl over the course of several months earlier this year at my friend Matthew Peter Briggs' place...which is an RV in a trailer park, on a lake behind a catfish restaurant, just south of New Braunfels, TX! It was a very laid back affair, a few cold beers at night discussing the direction we wanted the songs to go, with a hard day of work following each time.”
Associazioni di immagini, di ricordi trovati e semplicemente trasferiti altrove, vario come Whiskey & Lies, l’armonica è importante quanto la presenza della famiglia e degli amici sulla maggior parte delle tracce di Good Vynil: ritmo fluido in Leaving On My Mind, scorre senza intoppi, con leggerezza e freschezza, guidata da una storia semplice (“Just a simple little ditty about livin' free and easy...) splendido il doppio passo di Born Again, Again, il cromatismo del rock non è fine a se stesso, permette di uscire dal buio di velate conclusioni per cercare bellezza e poesia anche là dove esse sone negate (“I think that's part of the fun of a song, poetry, or any style of artwork as far as that goes. I always hated when my literary teachers would try to tell me what an author was saying. How the hell did they know? Haha...”).
Le dolci ballate di The Greenwood Devil e di Confession Blues si appropriano della ‘bellezza’ del blues, vale a dire della luce e del buio, spazi che abbracciano la slide guitar o danno da sfondo all’armonica capace di agitare i contrasti umorali texani, messi alla prova efficacemente in The Catfish Song (divertente She's Drinkin' & Drivin') e nella morbida Title-track. Le tappe di Good Vynil sono scandite da un efficace peregrinaggio rootsy, suggestivo il mandolino della piacevole Please Baby, Please, una sutura melodica ai principi di un honky tonker (Beer Bottle Therapy) prima di unirsi al talento del songwriter Jarrod Birmingham per rivisitare There You Are (“I wrote this one with my dear friend Jarrod Birmingham. I was at a very low point in my life at the time. Looking back, I'm happy something so positive came out of such a negative period. By the way, Jarrod recorded a much better version of this song (in my opinion) on his album Jesus & Johnny Cash…”) Ok, Jeremy. Ma funziona, proprio come Good Vynil!