Chris Robinson Brotherhood raddoppia, prolunga il nucleo del recente
Big Moon Ritual con altre 7 canzoni, 50 minuti per colmare la distanza percorsa a suonarlo in giro per gli States.
The Magic Door arriva dopo 118 spettacoli, la psicadelia lascia maggiore spazio al misticismo orchestrale ma Robinson è sempre più convinto di poter spalleggiare
Neal Casal alla chitarra (“
I look at music as a conversation and Neal's a very eloquent speaker on guitar and I'm just trying to keep the conversation interesting”) e la riprova sono gli squarci elettrici nella versione di Hank Ballard,
Let’s Go Let’s Go Let’s Go.
L’acculumo dei ‘Corvi’ entra in gioco tra
Someday Past the Sunset e
Appaloosa, non è una forzatura e resta vitalissimo mentre la ghiottoneria melodica di
Vibration & Light Suite (13 minuti) cela echi cupi nelle tastiere di Adam MacDougall a fondare la nuova personalità di
The Magic Door, ibrida e integrata negli altri due brani originali (l’ospitale bellezza di
Sorrow of a Blue Eyed Liar e
Wheel Don’t Roll).
Resta
Little Lizzie Mae restituita alla luce dall’oscurità del DVD
Cabin Fever (sempre dei ‘corvi’), e sebbene scende di qualche gradino rispetto a
Big Moon Ritual,
The Magic Door -per fortuna- si arresta prudentemente alle soglie di una più che accettabile ‘gradevolezza’.