“
I’m going to sit right here under this tree. Sit right here under this tree. Just be” parole che sul suono della pedal steel mettono immediatamente in gioco i punti di forza del songwriter
Walt Wilkins, uno dei pochi fedele al cantautorato ‘classico’ texano, quello pulito, diretto, efficacemente scarno.
Plenty lo divide con tanti amici (Liz Rose, Davis Raines, Monte Warden, Ron Flynt, Lori McKenna ecc. e la lista si allarga nella parte strumentale) e dimostra che si può ottenere un brillante circolo virtuoso tra americana e radici del texas roots con pochi accordi elettro-acustici, quelli che ti fanno riconoscere un circuito di sensazioni e di pensieri che in qualche modo è anche tuo.
Ascoltare le splendide
Soft September Night e
A Farm To Market Romance, la dolce
Hang On To Your Soul (“
It’s a about feeling broken, but still keeping the peace within your soul. Focusing on the positive in your life and building off that”).
Walt Wilkins è bravo ad immetterle in un mondo parallelo, elettrico, uniformemente accelerato in
Ain't It Just Like Love e
Like Strother Martin, ma che tende a spegnersi per inerzia in
Gray Hawk, delle piccole corse caricate a molla (ovviamente texana), tornando a quella zona franca in cui
Walt Wilkins lavora solo con tocchi acustici lievi, sfuggenti prima di abbandonarli all’ascoltatore, come il sentimento di perdita che abita un’altro paio di intense ballate
Something Like Heaven,
Between Midnight and Day e
Rain All Night (poteva mancare in un disco di Walt Wilkins una canzone sulla pioggia?).
Anche quando si spinge in direzioni finto ‘melodrammatiche’ in
Maybe Everybody Quit Cheatin' o nel semplice passaggio di
Under This Cottonwood Tree,
Plenty fa sempre intravvedere quanto è ancora fruttuoso ed interessante lo spazio del tradizionale songwriting texano, se trattato adeguatamente, come
Walt Wilkins insegna.