
“
We’d all talked about making a rock record and just decided to go ahead and do it. I’ve still got plenty of country hanging around, that’s for sure. I could sing a Bee Gees song and it’d sound country”,
Mic Harrison And The High Score non sono di certo in difficoltà d’ispirazione a sentire la reazione di
Still Wanna Fight, la scrittura resta densa anche senza le dissolvenze del country, stacchi netti alla chitarra di Robbie Trosper, qualche cambio di posizione al microfono, e alla fine si resta affezionati a
Mic Harrison and The High Score per uno di quei dischi buoni per tutte le stagioni. “
We’re still enjoying what we’re doing, going out and playing” ribadisce Mic Harrison, l’avvio di
Don't Change Your Plans e
Bigger Place To Hide non sembra preparare il campo a chissà quali novità: non c’è nulla di piattamente commerciale in
Things You Remember,
This Is A Notice,
Out Of The Blue e
Here Comes My Baby anche se allo stesso tempo le melodie sono prevedibili e le fantasie liberatorie di
Still Wanna Fight anonime.
Si avverte invece dalla spigliata
Ruin Of My Days e
Rock And Roll Clothes un gioioso e profondo sentimento di amore per il rock che è sempre appartenuto al dna di
Mic Harrison, brilla malinconicamente in
Cracked Windshield, alcuni intermezzi -il piano di
Good Thing, le virate elettriche anche in
Your Shadow- arrivano da lontano, come rispolverare una cartolina riposta nel cassetto e toccata dagli insulti del tempo.
Still Wanna Fight chiude con il massacro di
Fort Pillow nel West Tennessee durante la guerra civile, ‘
The Colonel Is Dead’ urlano i soldati in rivolta, ‘
The Colonel is Dead’ canta fiero
Mic Harrison. La metafora è troppo scoperta per non essere fastidiosa, ma è un urlo dove non si parteggia né per la vita né per la morte e si assesta nello stesso solco di
Still Wanna Fight.