MIC HARRISON AND THE HIGH SCORE (Still Wanna Fight)
Discografia border=parole del Pelle

     

  Recensione del  12/09/2012
    

We’d all talked about making a rock record and just decided to go ahead and do it. I’ve still got plenty of country hanging around, that’s for sure. I could sing a Bee Gees song and it’d sound country”, Mic Harrison And The High Score non sono di certo in difficoltà d’ispirazione a sentire la reazione di Still Wanna Fight, la scrittura resta densa anche senza le dissolvenze del country, stacchi netti alla chitarra di Robbie Trosper, qualche cambio di posizione al microfono, e alla fine si resta affezionati a Mic Harrison and The High Score per uno di quei dischi buoni per tutte le stagioni. “
We’re still enjoying what we’re doing, going out and playing” ribadisce Mic Harrison, l’avvio di Don't Change Your Plans e Bigger Place To Hide non sembra preparare il campo a chissà quali novità: non c’è nulla di piattamente commerciale in Things You Remember, This Is A Notice, Out Of The Blue e Here Comes My Baby anche se allo stesso tempo le melodie sono prevedibili e le fantasie liberatorie di Still Wanna Fight anonime.
Si avverte invece dalla spigliata Ruin Of My Days e Rock And Roll Clothes un gioioso e profondo sentimento di amore per il rock che è sempre appartenuto al dna di Mic Harrison, brilla malinconicamente in Cracked Windshield, alcuni intermezzi -il piano di Good Thing, le virate elettriche anche in Your Shadow- arrivano da lontano, come rispolverare una cartolina riposta nel cassetto e toccata dagli insulti del tempo. Still Wanna Fight chiude con il massacro di Fort Pillow nel West Tennessee durante la guerra civile, ‘The Colonel Is Dead’ urlano i soldati in rivolta, ‘The Colonel is Dead’ canta fiero Mic Harrison. La metafora è troppo scoperta per non essere fastidiosa, ma è un urlo dove non si parteggia né per la vita né per la morte e si assesta nello stesso solco di Still Wanna Fight.