Paul Reddick è al quarto disco solista ma da una ventina di anni sulla scena rock, per
Wishbone -co-scritto col chitarrista
Kyle Ferguson- il tema soverchiante lo descrive lui stesso: “
A mythical character who walks through the night, meets all the lonely people, discovers strangers in strange places and keeps moving” aggiungiamoci la presenza di un solido dirty blues, soverchiante anch’esso, punto di riferimento nell'avvio di
Photograph, ma è tutto
Wishbone a farne i conti.
Il rock di
The Other Man non è una semplice pedina, un bullone del tutto anonimo e funzionale, l’uno regge sulle spalle il secondo in
Dancing in A Dream e nella tagliente
Whiskey Is the Life of a Man. Il lato introspettivo di
Paul Reddick attende sviluppi, resta in sala d’attesa a lungo ma è pronto a liberarsi nella flebile
The Ballad of Wishbone e nella pianistica conclusione di
1000 Years.
Per il resto
Wishbone scorre rapido, non mancano vivaci contrassegni con l’armonica tra
Devil's Load,
Take Me Ruby aprendo un clima morboso nello sviluppo di
I Ain't Sentimental e di inquietante drammaticità in
Luna Moth and Butterfly e nell’opaca
I Have Lived You Long viziate da un tasso di blues a cui corrisponde un adeguato talento in fase di scrittura, autentica urgenza espressiva nella musica di
Paul Reddick.