Il college è ormai alle spalle, ricordi nell’esordio di
Blue Eyed Angels, ma le geometrie e la scrittura di
I Swear It's The Truth sentenzia che il ragazzo è cresciuto, nel gioco tra americana e country gli spazi in Texas per
Rob Baird si sono moltiplicati (“
One of the great things about being here in Texas is the music community,” dice Baird. “
They all are open and willing to help each other, which is special in this business. We were again lucky to utilize Hayes’ band on the record, plus I was able to work with Drew Kennedy, Rick Brantley, Ryan Beaver, and Andrew Combs writing a few songs too. They are each great to work with and so talented.”)
Sprazzi di città, soste su corpi e volti, fotografie come
Dreams And Gasoline per iniziare a leggere con ironia e spigliata freschezza la strada, ma sfuggendo ad un approccio tradizionale, lo porta nella sua Memphis, Tennessee,
Same Damn Thing ha una leggera corrente elettrica che ovatta storie di ordinaria quotidianità ma rimette in circolo nuova energia con la pedal steel e l’aria agreste della brillante
Along The Way.
Black And Blue e
More Than Willing appariranno solari a tutti coloro che non disdegnano il passo radiofonico, la steel non ha una caligine densa nelle ballatone di
Redemption e
Please, Please.
A Rob Baird piace ribaltare il registro melodico, la malinconia costruita anche negli angoli di
Can't Stop Running si spegne seguendo improvvisamente la leggerezza di
Don't Cry For Me e
40 Days And 40 Nights. La scelta infine di ripescare la splendida
I Can't Get Over You di Julie Miller mostra definitivamente che il musicista
Rob Baird è maturo e riflessivo, tutt’altro che appiattito alla più convenzionale tappezzeria commerciale.