A 15 anni ha diviso il palco con Buddy Guy e Taj Mahal, giovane il chitarrista britannico
Oli Brown ma con le idee chiare “
Life in the music industry isn't easy - you have to work hard, particularly when starting from somewhere like Norfolk. There's no hub of venues, easy access to agents and promoters - you're out of the way, so it's about applying yourself to what you do”.
Ha iniziato a sporcare la scenografia di casa graffiandola con il proprio nome ridando nuova origine al blues tra l’esordio di
Open Road nel 2008 e
Heads I Win Tails You Lose del 2010, una serie di forze chitarristiche ognuna avente un peso e una direzione, ma capaci di far percorrere ad
Oli Brown un determinato itinerario per poi poterlo richiamare a piacimento anche in
Here I Am. “
There's a lot more focus on the content of the songs on this album”, dice Oli. “
Nights with Wayne [Proctor, il produttore] crafting the songs, finding a way to bring them together and this investment is perhaps something I haven't done before”, vero,
Here I Am –la title-track- e
Thinking About Her iniziano ad affettare la torta di un polposo blues/rock.
La affetta e la serve in tutti i formati, si concentra a descrivere i due lati dell’amore, mentre la mente prefigura, introduce, accoglie allo stesso modo il concetto di ‘relazione’ tra
I Love You More You'll Ever Know,
Manic Bloom,
All We Had To Give,
You Can Only Blame Yourself, con pochi concetti filosofici e tante vibrazioni, minoranze da una parte, con i rispettivi immaginari di lunghi assoli dall’altra.
Oli Brown è bravo a catalizzare l’attenzione anche nella luciferina
Remedy e
Start It Again, ovviamente anche nella brillante
Devil In Me, divora lo spazio con la pacata marzialità dei movimenti della chitarra.
Secchi, illuminati obliquamente in
Mr. Wilson e nella sperimentazione di
Like A Father, trovando nell’armonica di
Solid Ground il modo di amalgamare una lussureggiante ‘pasticceria musicale’. Saranno anche di facile coloritura melodica, ma in fondo, non importa che le canzoni lambiscano quei bordi visto che il fulcro di
Here I Am riguarda la proprietà tagliente della chitarra di Oli Brown. Attiva ed esclusiva di quel bordo.