CHRIS SMITHER (Hundred Dollar Valentine)
Discografia border=Pelle

  

  Recensione del  05/07/2012
    

Il songwriter di New Orleans Chris Smither, da quando si è mischiato alla scena folk di Boston ha mutato pelle e raffreddato la materia del blues, un distacco che permette a Hundred Dollar Valentine (12°esimo disco) di andare controvento solo per confermare attraverso toni acustici, ballate tra blues e ‘dark americana’, le storie abituali che caratterizzano lo spessore cercato “Writing songs is like having a conversation with a part of your brain that you’re not on speaking terms with”, spiega Smither. “It’s a part of your brain that is very shy, but it needs to be fed. Watching TV doesn’t do it. Films don’t either. I just find if I don’t read I quit thinking and then I couldn’t write songs.”
In Hundred Dollar Valentine -la title track- e What It Might Have Been, l’armonica resta dietro al talento compresso di Smither che per la prima volta scrive l’intero album (“Actually, there are two covers on the record; but it’s me covering myself”) ma sono le forme del folk a dirci ciò che sta al fondo di Hundred Dollar Valentine, On The Edge e I Feel The Same non sono mai troppo malinconiche e sentimentali per essere vincenti, con momenti di acuta tensione nella splendida Feeling By Degrees, guardandosi bene dall’appesantirle in What They Say, All We Need To Know e Make Room For Me con qualsivoglia sovrapposizione elettrica.
La penna di Hundred Dollar Valentine cadenza la timbrica di un folk nostalgico anche nel finale con Every Mother's Son e Rosalie, in un disco con alcuni capitoli memorabili, mai passaggi sottotono, e si accetta volentieri il fatto che la musica, qualche volta, ci sfugga. Non per questo Hundred Dollar Valentine esiste con minore intensità.