Nato in Mississippi e trapiantato in Texas, una metamorfosi racchiusa negli ultimi due dischi, dallo spirituale delta blues di
All The Money All Gone,
Jason Eady decide di fermarsi sulla soglia ancora desiderante della vecchia scuola del country, a contemplarlo insieme a
Kevin Welch: “
I love that old school country music so much. There doesn’t seem to be a whole lot of artists doing it these days. It’s almost the opposite… like people are running away from it. I admit that this record is a drastic departure from anything I have done before, but this is where my heart is”.
L’Austin ‘honky-tonk supergroup’ degli
Heybale (insieme alle special guests di
Lloyd Maines e
Cody Braun), irrorano con piano, violini e pedal steel il quarto disco di
Jason Eady, rivelano le luminose essenze di
AM Country Heaven con movimenti d’ineffabile candore elettro-acustico, poetica bucolica e filosofia della strada, addentrandosi nell’intimo delle relazioni familiari e penetrandovi con pochi tratti sfumati della steel guitar nella splendida
Title-track e l’autobiografica
Old Guitar And Me. Redd Volkaert alla chitarra aiuta
Jason Eady nella discesa agli inferi dell’immaginario country per risalire verso la luce, verso un’insospettabile purezza, nelle sublimi ballads come
Tomorrow Morning, nel microcosmo cieco, senza colori e senza orizzonti dell’alcohol spalmato tra la benedetta
Wishful Drinking e la scrittura ‘frizzante’ dell’amico
Scott Copeland (
Sober on the Weekends e
Water into Wine).
Lo stesso passo di
Forget About The Truth e
Man On A Mountain -cantata con Patty Loveless-, dove
AM Country Heaven inizia ad adottare una fitta griglia di rimandi sentimentali ma senza usarla con prepotenza (
Lying To Myself e
I'll Sure Be Glad When I'm Gone) con lo scopo di liberare nella intensa Longer
Walk In The Rain e in
Paid My Dues gli archetipi del country. Nella sofferenza, la luce della pedal steel piove a chiazze creando gli ultimi, abbagglianti riverberi in
AM Country Heaven.