
4 anni a lavorare al nuovo disco e a macinare km, sempre dalla parte di un ruspante texas country,
Nate Kipp cavalca verso il tramonto del West Texas dove è nato e cresciuto, a Pecos,
The Holding Pattern è lineare come la strada che narra nell’iniziale
One For The Road, un titolo che è anche una dichiarazione di poetica, un brano semplice, sano, pulito, senza troppi fronzoli, lap steel e una slide calda e pimpante in
Frank, non rischia, erige passo dopo passo (
The Odessa Song) un solido apparato da dance hall ma da
Already Forgotten coagula il puro stile tex-mex che da parvenza di spessore e profondità a
The Holding Pattern.
Nate Kipp affida alla febbricitante fisa, sofferenze, amore, gioia, un messaggio che rimane vivo nella splendida accoppiata
That's Not You ed
El Paso, i sapori al confine tra Texas e Messico diventano il punto centrale, il cuore di
The Holding Pattern, li immerge in un apparato scenografico agreste dolce e malinconico, li nutre e li forma con la pedal steel (due brani che giustificano l’acquisto!) Al di là del Rio Grande i due lati di
The Holding Pattern, da una parte è il vento del Messico e dall’altra quello del Texas. In tutte e due c’è una densa polvere country, fuma la steel in
Comeback Kid, country verace in
The Ones I Love, classico, su cui intervenire in modo più libero nel finale tra i violini di
Accident Waiting To Happen e la brillante
Too To Go Back Home.
Il leggero cambio di rotta è servito a
Nate Kipp per ritrovare il vero spirito del country texano, in un momento in cui mostrava pericolosi sintomi di involuzione commerciale, con
The Holding Pattern si torna in quella vasta terra arida, spelata, abitata dai grandi palpiti del tex-mex e dagli abbandoni struggenti del country.