La Curb Records pubblica una compilation di ‘outtakes’ del genio ribelle
Hank III, dopo 6 album ed un burrascoso divorzio decide di insaporire i ricordi puntando sulla confezione della famiglia Williams:
Long Gone Daddy si apre con le accensioni febbrili e palpitanti della
Title-track, si dimena lungo la versione originale di
Hank Williams apparsa in un tributo della Lost Highway del 2001, ed introduce un’opera di ripescaggio con diverse chicche tra nuove e inedite incisioni sparse tra
Risin’ Outlaw del 1999 e
Lovesick Broke & Driftin’ del 2002.
Dagli spettacoli live di
Hank III arriva
The Sun Comes Up, apparsa in numerosi bootleg ufficiali registrati dalla BBC in terra di Scozia, una deliziosa ballad dove la grana dell’outlaw country viene conservata con cura, nell’honky tonk e la slide ruspante di
The Bottle Let Me Down a donare all’immagine di
Long Gone Daddy la sensazione di un tempo cristallizato, vissuto e ‘classicizzato’ quando rivede Merle Haggard, o nello splendido doppio-passo nel segno di Johnny Cash di
Wreck of the Old 97 alla spigliata leggiadria di Waylon Jennings & Willie Nelson di
Good Hearted Woman, chiudendo il cerchio con la simmetria elettrica di
Neath A Cold Gray Tomb Of Stone del nonno Hank Williams (arriva dalle primissime incisioni,
Three Hanks del 1995).
Nel finale la Curb Records ne fa un’insalata, ciascun sapore se va per proprio conto tra gli honky tonk spligliati di
The Wind Blew Cold,
This Ain’t Montgomery, la corrosiva ma ancora dolce
What They Want Me To Be e l’esperimento di
If The Shoe Fits (Shuffle Mix).
Long Gone Daddy regge, ma data la natura del disco, questa recensione è più una segnalazione, un invito a regolarvi, interessati e fan accorrete, contrari astenetevi.