Jon Amor dalla Manica sbarca in USA, il ‘viaggio’ risale alla scorsa estate ed è animato da un’ottica blues/rock privilegiata, utile al chitarrista britannico per asciugare la limpidezza e la linearità elettrica dei fratelli Doherty (chitarra e basso), e contemporaneamente alzare le sue ambizioni con
Jon Amor Blues Group: “
It was very collaborative and very exciting, and that feeling carried over into the recording process which was live and spontaneous. We captured the songs in 3 or 4 takes, to keep everything fresh”.
Da
Holy Water il piano dell’immagine blues si inizia a costituire per accostamenti di frammenti alla slide e ai vocalizzi di Amor, su di essa scivola il piano sonoro, la ‘parola’ prende consistenza nell’abbagliante
Juggernaut e invade insieme al whiskey la successiva
Make It Your Trouble, esorbitando in
Repeat Offender,
Angel In a Black Dress e
Sweetheart.
Jon Amor Blues Group isola un capriccioso blues/rock nel suo cono di luce, per cadenzare coi fasci luminosi delle chitarre girotondi ipnotici tra le splendide
The Underdogs e in particolare in
When the Time Comes, dove si attenuano gradualmente solo per lasciare spazio ad una abbagliante jam, utile a narrare il tempo, quasi 7 minuti, dove fluttuano il ‘presente’ ed il ‘passato’.
La contagiosa scorribanda molto ‘british’ nel finale di
She Thought I Was an Eagle e
You Know It's Only Love non stacca il filtro di
Jon Amor Blues Group, nella sua sostanza più elementare ha ancora la forza di proporsi.