JAMBLASTERS (Big Ball of Blues)
Discografia border=parole del Pelle

  

  Recensione del  01/06/2012
    

La strada dei The Jamblasters conduce nel profondo cuore del delta mississippi, i canadasi Lee Grove -aka Riley Waters- slide guitarist e il cantante Hilliard Walter stavolta non alzano il volume, l’armonica e voce di Fruit Tree Blues serve a costruire la progressione temporale di un blues elettro-acustico, dolce ma dove scroscia incessante il tempo monocorde della steel guitar, Junk Yard Jake e Not Gonna Hootchie Coo.
Una voce raschiante lucida il selciato nero delle stradine del Sud, dritte, deserte, uguali nella monocroma prospettiva delle povere case in More Love, ad ogni modo, anche a passo lento, spunta e passa, Big Ball of Blues dietro la maschera di uno stile asciutto, senza fronzoli, nasconde un’eleganza profonda, capace di spaziare tra sofferte ballatone, Sad Blues, e lo scioglilingua di White Trash Lucy che non possiede una forma precisa, sfugge le frontiere del Mississippi ma la confezione anche se non aggraziata unisce alto e basso dello stile dei The Jamblasters.
Al suolo, le splendide Alchemist Blues e Big Ball of Blues sono piene di fanghiglia, ostruisce e rallenta i movimenti della slide e dell’armonica, non tendono mai ad accelarazioni ‘cardiache’, a risvegliare improvvisamente i sensi sopiti nel finale ci pensa la voce di Walter tra Shugar Shaker e l’amabile storiella ‘alcolica’ di Hello così Shakesperiana nei concetti (Che cos'è l'amore? Non è il futuroLa giovinezza è una stoffa che non dura) Big Ball… of Blues!