Il primo album per la ‘indie label’ Cooking Vynyl contiene solo ‘cover’ (“
If you wonder why we didn't just write our own record, it’s simply because we wanted to do THIS one,” precisa il vocalist Adam Duritz. “
We now have the creative freedom to release albums like this and offer our fans more music than ever.”) Di fronte alla scelta di
Underwater Sunshine (or What We Did On Our Summer Vacation) (ancora Duritz: “
These songs come from bands young and old, stretching from the early 60s to last year”), vien da pensare all’andamento così irregolare, sussultorio e discontinuo -sotto il profilo qualitativo- dei
Counting Crowes ma i 15 brani (prevalentemente cantate nei liveshow con qualche bonus track e B-sides del loro passato -
Mercy,
Four White Stallions e
Jumping Jesus-, ma niente di memorabile) comunicano un senso di movimento del rock ‘n’ roll talmente forte da far sinceramente dimenticare che
Untitled (Love Song) sia dei Romany Rye (!),
Meet On the Ledge sia targata Fairport Convention, le difformi
All My Failures dei Dawes e soprattutto
Like Teenage Gravity di Kasey Anderson & The Honkies.
Tra un avvolgere di soggettive ‘pop’ che cotringono alla parzialità (
Hospital e
Coming Around), liberano tempo e spazio del rock nelle splendide
Return of the Grievous Angels di Gram Parsons e
You Ain't Goin' Nowhere di Bob Dylan, confermando la perdita d’appoggio da una possibile replica di brani in serie nel tocco agreste di
Amie dei Pure Prairie League e la coralità di
Ooh La La dei The Faces. La terapia alla
Underwater Sunshine ha un effetto limitato, l’armonia del rock si sfalda facilmente se non viene protratta nel tempo e consolidata. Aspettiamo fiduciosi.