Da 40 anni sulla breccia del cantautorato americano, un periodo d’oro tra gli anni ’70 e ’80, acclamato dal Rolling Stone quando cantava dei propri antenati –una famiglia di minatori- ad anticipare un movimento cowboy, un discorso politico travestito da spettacolo in costume.
Chip Taylor con gli anni continua a mascherarlo da allegoria, all’interno di un apparenza ingannevole che si trasforma -disco dopo disco- in un romanzo che avrebbe potuto essere, ma che non è, la dimensione bucata di chi mette a ferro e fuoco l’America con vere e proprie svolte di stile.
L’ultima è europea con
Fuck All The Perfect People. Un paio di anni fa conosce i
The New Ukrainians, un gruppo di musicisti svedesi di Stoccolma, con cui suona per alcuni concerti. Il pubblico apprezza, ma non i giornali. Le recensione non sono entusiastiche, vengono apostrofati ‘
too dynamic’. Da quel buffo articolo nasce una canzone che diverrà il brano finale del tour Norvegese di
Chip Taylor, col fedele chitarrista
John Platania e dei
The New Ukrainians, un nome, una storia che arriva da un incontro casuale con nuovi amici a New York City. Ukraini contenti dell’America, di una ‘libertà’ a loro vietata dal regime politico.
Quella stessa ‘libertà’ che
Chip Taylor ha provato sulla propria pelle all’immigrazione di Londra, all’Heathrow Airport raccontata nella ballad
Passport Blues, ma trasmette anche ironia agli amici svedesi, da
Be Kind al piano carezzevole di
The Dutchman Blues, senza mai abbandonare la naturale vocazione a perdersi in dolci riflessioni esistenziali (l’amletico “
to be or not to be” della splendida
Fuck All the Perfect People) senza mai rinunciare alla voglia di turbolenze salvifiche, ‘
il Cristo morto invano o cosa?’, tra leggiadre ballads di spessore
Me and Rohillio,
Weaker Moments,
New Things,
Fuck All The Perfect People (pulito nella versione americana) accelera in
Phoned in Dead e
The Baby (scritta però nel 1972), stacca felice in
I Know Dark, strappa in
Too Dynamic, spara sentenze crude e amare, ma è sempre tra le mani di
Chip Taylor, non c’è voce che sappia essere più coinvolgente di questa in
Norrtälje Prison, nell’amorevole
Outside the Human Condition e quando Platania crea l’atmosfera in
Nothin' (I Suppose) scritta per uno show televisivo musicale con il fratello, l’attore Jon Voight, come protagonista.
Fuck All The Perfect People è capace di dare i brividi quando nella conclusiva
The Darkest Days canta dell’attentato terrostistico in Norvegia, ma anche di lasciare un ricordo indelebile.