DREW LANDRY BAND (Bandryland: Sharecropper's Whine)
Discografia border=parole del Pelle

          

  Recensione del  01/05/2012
    

La band della Louisiana in gita primaverile in quel di Luckenbach, Tx, un concerto e una chiacchierata utili per ripescare Bandryland: Sharecropper's Whine. Produzione particolare, nata nel 2008 col documentario Last Man Standin: The Drew Landry Story del filmmaker Josh Hyde, in compagnia del singer-songwriter Drew Landry ‘on the road’ per 3 anni, cd rimasterizzato quest'anno con l’aggiunta di 3 brani. I primi passi nel 2004 con un bootleg, poi due cd insieme ai Dirty Cajuns (Keep What's Left 2004 e Tailgaten Relief and Hurricane Companion del 2006) dischi che non presentano messaggi alati, non hanno canglori o fanno leva su particolari effetti, mischiano americana, texas roots e spirito della Lousiana, senza centro e periferia, ballate scarne come nell’apertura dolce del mandolino di Strength Of A Song.
Drew Landry avanza con la brillante Sharecropper's Wine come se viaggiasse lungo una linea di confine parzialmente circolare e aperta (la corale chiusura di Gone Home), libero di far politica, un vero attivista quando si tratta di proteggere l’ecosistema, contro le compagnie petrolifere (il disatro del Golfo del Messico) o quando ha suonato in una prigione con una band di detenuti. Qualche pugno nello stomaco lo sferra, la linea autoriale progredisce tra splendide ballads (Oceans Apart, Over There, Sangre De Jesus e Carry My Cross) ma che ritorna anche su se stessa per attorcigliarsi attorno a questi tempi difficili, e lì il rock trova spazio: nel crescendo dei 7 minuti di Juvenile Delinquent e Conspiracy Theory, nelle ariose e luminose Lap Of Luxury e Out West, nell’armonica rootsy in Take My Place che procede lenta, non ha fretta di arrivare nemmeno nel bluesy sublime di 90 Proof.
Abbassa il volume della slide e nell’attesa parla, piccoli poemetti agresti in 3rd World Country Blues, semplici e diretti come Open Range e Make It Rhyme, parole forti, cocenti allo stesso tempo, come nella meravigliosa Last Man Standin' (“If Jesus were alive, I bet we’d string him up just like we were the Romans / Instead we’re going to use his name to justify a fight across the ocean”). La Drew Landry Band torna su Bandryland: Sharecropper's Whine per limarlo, suonare nuovamente alcuni passaggi e affinare nuovi brani. Farli ringiovanire per ridare corpo ad un irresistibile magnetismo alla texana.