Il ribelle
Shooter Jennings dopo i discutibili psicadelici concept albums targati
Black Ribbons torna a casa, non parlo della New York dove si è trasferito con moglie e figli (Alabama e Blackjack), dove con la nuova band dei
The Triple Crown ha scritto e prodotto
Family Man, ma al country-roots, a quel primo amore scelto per raccontare se stesso, la vita, i sentimenti e le riflessioni di un musicista abituato a correre sulla strade verso Nashville contromano.
“
I am now a family man, but I am still the same person I used to be. It's not like, all of a sudden, I am this clean-cut domestic person. So it's kind of sarcasm because although I am a family man, I'm still a wreck. But I'm doing the best I can. There are songs that deal with my family and the love of my life”) fra trasparenza e offuscamento,
Shooter Jennings consegna a
Family Man l’instabile baricentro dell’outlaw country, in salute a sentire
The Real Me e
The Long Road Ahead dove anche gli ospiti -
Tom Morello alla chitarra, l’armonica del bravo
Mickey Raphael (“
A melodic, beautiful, midnight cowboy harmonica like on the old records in the '60's and '70's. And there are two kinds of people that play that harmonica, Mickey Raphael and Mickey Raphael fans”.)
Alla stella nascente
Eleanor Whitmore in
Born Again, voce, mandolino e violino- aiutano a proiettare
Shooter Jennings nel rivelare porzioni dei suoi ricordi altrimenti invisibili, catturando gesti e rumori altrimenti perduti con la pedal steel di
John Graboff in
Summer Dreams (Al's Song), a fare accostamenti paterni in
Daddy's Hands e in
The Family Tree (“
We may be trash, but we're a family”).
Si muove continuamente nei confini del country tra le splendide
The Deed And The Dollar e
The Black Dog, facendo costantemente muovere le corde della chitarra di Chris Masterson in una avvolgente
Manifesto No. 4 o spostandosi nell’aspra e discussa
Southern Family Anthem, dove si specchiano le due facce di
Shooter Jennings. Sempre capace di gettare allegramente al vento ogni correttezza di forma, e nella scrittura, quella malinconica desolazione di fantasmi alla ricerca di un corpo.