La voce scolpita nella pietra, le chitarre dure come il marmo, spigolose e ruvide come le asperità che ogni buon ‘cristiano’ è costretto ad affrontare ("
We all play in our church's worship team," dice il chitarrista-vocalist Nate Mosley. "
We got to talking one day about the spiritual messages of the early blues tunes and realized we all shared a love for the same thing").
La power band dell’Indiana del
The Jondo Trio, tra messaggi di fede e redenzione affida a piccoli sermoni -poco celestiali- un sonoro a tratti detonante, e attraverso i rumori espressivi di
Homesick e
Dealin' With the Devil, passano Fede e Diavoli in un continuo, ritornante e ardente mix di blues (marcato solo in
Prodigal Blues) e passionale rock (
Another Day).
A volte stabile in
Eye On the Prize, a volte complesso in
Stand Before the Lord, ma per delineare l’identità del
The Jondo Trio è necessario soffermarsi su
Desire,
Cryin' Shame e la deliziosa chiusura affidata alla steel in
Revival, alla ricerca e contaminazioni nella roots music che permettono all’esordio del
The Jondo Trio di non autoavvilupparsi nel suo furore, evitando che esso diventi troppo farraginoso. Una sorta di fitness per lo ‘spirito’ per evitare di cadere nell’oblio, il mondo dei cuori calorosi.