Dal palco texano dell’
ACL, lo splendido
The Moody Theatre sono balzate all’occhio un paio di cose: le colorazioni smorte del paesaggio di
Magic e
Working On a Dream sono state rimodellate dalla famiglia allargata della
E-Street Band (una ventina di elementi con tromboni, banjo, doppie percussioni, 3 coriste, il giovane –e in gamba- nipote di Clemons, ovviamente al sax) con le tradizioni celtiche e la verve alla
Pete Seeger tour del 2006 ed infine al rock e le chitarre che sono ritornate di nuovo a casa, non più dei trasparenti traditori (pop) che ne deformavano le prospettive.
Bruce Springsteen parte arrabbiato in
Wrecking Ball, le prime tracce sono furiose, ingiustizie economiche e tempi difficili, in
We Take Care of Our Own c’è un’esplicito riferimento all’uragano Katrina e al misfatto repubblicano a New Orleans, spiazza nella deliziosa
Easy Money dove parte spedito nella notte metropolitana con una Smith and Wesson .38 (‘
I’m going on the town now looking for easy money’) per poi cambiare bruscamente rotta alludendo alle recenti visissitudini economiche (splendida la secca analisi di
Shackled and Drawn).
Comunque sia, Bruce riesce a rendere significanti gli incontri tra pistole, soldi, amore e destino, penetra nell’animo dei protagonisti facendo emergere le tensioni che abitano le ballads di
Jack of All Trades e
This Depression illuminate dalla chitarra di
Tom Morello alle piacevoli contaminazioni celtiche di
Death to My Hometown. Poi la visuale di
Wrecking Ball cambia forma, perde smalto nel finale ma la title-track,
Wrecking Ball, anche se scritta nel periodo della distruzione del
Giant Stadium, dal vivo assicura spettacolo, come convince
You've Got It meno quando la fede e le tante metafore bibliche iniziano a farsi strada tra
Rocky Ground, il rimpasto di
Land of Hope and Dreams e le bonus tracks (
Swallowed Up (In the Belly of the Whale) e
American Land), alla ordinaria
We Are Alive.
Alla fine si ha l’impressione che
Bruce Springsteen stavolta non ha ‘acquerellato’ e ‘surgelato’ i tempi, luoghi e sentimenti del rock ma li ha circoscritti, compressi nelle spire di
Wrecking Ball, riprodotti, dislocati e spostati in continuazione come solo il
Boss è ancora in grado di fare su di un palcoscenico.