JONATHAN ROSS (Hence The Blues)
Discografia border=Pelle

  

  Recensione del  25/02/2012
    

Passato e presente dove manca l’obbligatorietà dei percorsi, lo stile del singer-songwriter di Houston, Jonathan Ross, è asciutto e ben calibrato, lieve e malinconico, le melodie sono ricche, consistenti nel loro spessore dove una ricca strumentazione diventa un comodo accessorio per consolidare il disco d’esordio Hence the Blues.
Il punto di partenza è il country, ma al tempo stesso limitato nell’orizzonte della brillante apertura di Heavy Load (Gone Gone Gone), l’armonica setaccia l’eterna provincia texana dove la Storia a volte si ferma, ma permette a Jonathan Ross di avere sempre nuove soluzioni che siano al tempo stesso esplicito sapore spensierato bucolico (Up and At Em, Songbird Classic e Covenants are for Killjoys) e occasione per approfondimenti come nella storia di Suzanne Gold, splendida ballad addolorata e costruita intorno al banjo e violino.
Un disco breve ma sgusciano fuori altre gemme introspettive di un certo dinamismo elettrico come in Hence the Blues (Lady Adelle) e nell’unica cover Coo-Coo, è bravo poi nel porre un’attenzione alla differenziazione melodica della steel in Pasadena Rose e nel rigore folk dell’armonica in 22 Miles, sobria ma non estranea al descrittivismo e all’emotività come nella dolcezza campestre di Highway Mama. Alla fine rimane un fondale scuro, certo, ma anche un buon disco, Hence the Blues.