C’è un po’ di tutto in
Renegade Rock 'N Roll, un suono ibrido –non è mainstream, ma strizza l’occhio alle radio senza disdegnare spericolate puntate in provincia-,
Phil Hamilton scopre i cambiamenti di un lungo periodo trascorso tra il Texas -ma anche Oklahoma, Kansas, Colorado e New Mexico-, gioca con la dualità tra lo spirito selvaggio dell’esordio senza domare i sussulti del cuore (“
This project was written by myself and my producer Beau Bedford,” dice Hamilton. “
When all the material came together, it was magical. The songs are about lost love and your not so typical songs that get stuck in your head”).
I passi agresti di
Nothing To Lose non sembrano del tutto imbrigliati, le valvole di sfogo ‘
country e truckers’ nel gagliardo avvio della divertente
Willie's Bus e della convincente ballad di
Running appagano troppo presto per non saziare subito, poichè si trasformano, così leggere in
You Can Have Me e senza troppi pensieri come canta in
Back of A 73, a quel ‘prima’ di diventare adulti soggetti all’impegno, a quella vita da musicista che riversa nella piacevole
Renegade Rock'n Roll ("
We used the term Renegade Rock n' Roll to describe the fast pace life on the road and what the music scene sometimes feels like. This song came to me in a matter of minutes and one of my favorite to play live").
È più facile l’amore e il sentimento che non la creatività, sembra il messaggio tra
Love Comes & Goes, le ragazzacce di
Bad e
Washed Away, dove acquisisce spazio e acquieta
Renegade Rock 'N Roll. Ma il metodo sottotono, divagante si scontra col blues&roots della splendida
Back to Mobile e della conclusiva scorribanda di
Working Man's Son:“
We wanted to capture the raw and authentic old rock feel on this song. The rhythm takes on the record were done one time, one take, and before the song was ever written. In a word, it's kickass!” Lì
Phil Hamilton ha molto di più da dire, speriamo non se lo dimentichi.