GILES ROBSON & THE DIRTY ACES (Crooked Heart of Mine)
Discografia border=Pelle

     

  Recensione del  25/02/2012
    

Potente, radiosa l’armonica tra le mani di Giles Robson, non si ferma mai, schizza e poi rifugge spostandosi tra Chicago e il sound del Mississippi, classico, sporco e ben oliato dalla chitarra di Filip Kozlowski, polacco, la terra dove è stato registrato Crooked Heart of Mine.
La particolarità degli assolo di armonica (sin dall’iniziale The Mighty Incinerator) accompagnano in avanti gli scatti dei The Dirty Aces, uno zigzagare continuo tra dolci avvitamenti bluesy nelle strumentali Solidor e Hometown, a Twenty Gallons of Muddy Water, Keep On Diggin'.
La riuscita di Crooked Heart of Mine si deve proprio alla freschezza dell’armonica (splendido il passo lento in Some Kinda King e nella Title-track) Giles Robson la cuce addosso a Crooked Heart of Mine riuscendo a costruire 13 brani con la stessa chiave d’accesso ma con una invidiabile coralità: magia anni ‘40 in Devil Led Evil, il torbido Mississippi come coreografia in Stick to the Promise, sulle tante cartoline spedite da Chicago a soppesare la vivacità delle chitarre (Magic Tricks, Cooling Board, Swindler for You alla conclusiva e febbrile Ain't Dead Yet) a rappresentare la perfetta intersezione che Giles Robson compie tra l’armonica e il blues.