Il lungo dormiveglia sulle sponde del Mississippi (progetti solisti, problemi famigliari) è stato bruscamente interrotto dalla notizia della scomparsa del bassista
Don Hull.
Un duro colpo per i pilastri della
The 484 South Band, ma il dolore, la perdita, la sofferenza è capace anche di generare nuovi propositi lungo le strade del Mississippi: una nuova squadra di musicisti si riversa sulle
21 Miles of Bad Road e un verace southern roots blues si sente passare a folate dentro le aperture ‘romantiche’ dell’iniziale
Love Me e
Take, si torna a far visita allo spirito dell’esordio
Mississippi Nights nel brano finale proprio di Don Hull,
So Long.
Ma il respiro roots stavolta soffia dove vuole, nella splendida storia di redenzione di
No Words e nelle saltellanti
Fades e
Born and Raised dove si delineano chiaramente le forme di una suggestiva dancehall sullo sfondo.
E soffia nella voce di chi canta, Jim Oakes e Phil Cangelosi, nelle chitarre di Keith Schultz e Andrew Price (lucenti in
That Brother of Mine e
Wrote This Song, nella ruvida
I Drown e nel solo di
Southern Angel). I sapori del Sud si mischiano alla vivacità tipica da barroom e agli umori femminili di
Life Worth Living e in
All Night Long, fino all’omaggio di
Baton Rouge Tonight, città natale di alcuni membri della band.
Il viaggio della
The 484 South Band è cominciato tra le acque agitate del Mississippi e ora continua sulle strade del Sud, l’immaginario di
21 Miles of Bad Road adesso è un luogo fisico dove convivono blues e una lucente saturazione del roots.