29 MULES (29 Mules)
Discografia border=Pelle

     

  Recensione del  30/01/2012
    

All’incrocio tra la 29 Palms e la Mule Team Road ritroviamo Casey Cannon e la chitarra di Xavier Gonzalez pronti a farci fare un altro giro nella periferia Californiana.
Le regole per i Muli continuano a contare poco, il suono resta rozzo e genuino, una roccaforte invalicabile, aldilà del fossato e dei ponti levatoi Hollywoodiani si apre uno sconfinato paesaggio rurale pensato per filtrare e cacciare l’assediante piattume metropolitano.
Le fragorose Empty Bottle e Day Late n'a Dollar Short ci portano dentro il mondo di 29 Mules, lo sfondo non è diverso da 80 Feet Deep, al messaggio genuino di This Place I Live e all'armonica ci si abitua in fretta, ma il tempo sospeso della lap steel della sinistra Mule Logger Blues esige che si definiscano ripetutamente i punti di riferimento di 29 Mules.
Tra i boots della splendida ballad elettrica di Lonesome Cowboy diluiscono, velano e ammorbidiscono l'aria texana dove la soggettiva melodica diviene in un attimo barcollante e sfocata tra preghiere (la brillante God Bless Johnny Cash) le sferzate elettriche di They're So Good e della saltellante Pick up Truck.
Back in The Will ci rassicura, non siamo più in un quartiere di Los Angeles, dallo sfondo di Hollywood -paradiso dei sogni- si allontano per scatenare i diavoli della solida Heaven's On The Rise, sempre cowboys, non texani ma a sentire Fly Away resta la proiezione drammaturgica dell'individualismo e del vigore pioneristico della frontiera che tanto piace ai 29 Mules.
E non solo a loro.