Finestre, porte e altre aperture sul texas rock divengono telai reali per l’esordio del quartetto dei
Crazywater, insieme dal 2007 dalla piccola realtà di una cittadina mineraria vicino Fort Worth dove la musica non va incorniciata come eccezionalità quotidiana. Il vocalist e chitarrista Jeff Zuelsdof ha talento nel costruire melodie diseccate e polverose, lui la chiama ‘
Electric Americana’ e da
$1000.00 e
Walk Alone ci pensa l’altra chitarra di John Hosford a delineare la geografia provinciale di
Crazywater.
‘On the road’ il suono diventa aspro, riffs desolati di indubbia bellezza nella loro estrema semplicità, strade interminabili, spazi desertici, l’anima di
Miles Away, la stessa della steel di
Crystal, un sound intuibile ma non scontato, sempre solido con le chitarre che lo allontanano da un’altra parte come in
Own.
Crazywater è attraversato da una piacevole irrequietezza come nella splendida
Ghosts of Mineral Wells, quel bisogno di andare e tornare nel rock, lasciarselo alle spalle e ritrovarlo tra
Train of Regret e la conclusiva
Heading Home.
Solo 8 brani, ma
Crazywater pedina, incalza e non si avverte mai la necessità di scrollarselo di dosso.