BRIAN COY & THE REMAINING FEW (Pieces)
Discografia border=Pelle

  

  Recensione del  30/01/2012
    

Texas rock da un’ex marine che ha scelto la chitarra e un ardore elementare, essenziale e primario per alimentare il disco d’esordio, Pieces, “I think its a strong mix of everything. Heavily influenced by country, but it also has blues, southern rock and soul. Our live shows definitely rock hard” dice un Brian Coy che non pone barriere e sta al di qua dell’astuzia commerciale (non sempre consapelvomente, a volte di pura inesperienza) ma il trio nel giro di un paio di anni si è ritrovato in studio ad Austin con due esperti produttori (Adam Odor –Cody Canada & The Departed- e il songwriter Britt Lloyd) con una manciata di valide canzoni. Nessun particolare stupore a sentire le ballads elettrico-acustiche di Let It Roll e Can't Afford to Lose, ma è musica fatta per volare libera e da ogni soggezione commerciale tra colori malinconici anche in Down In Mexico e nell’alcolica tradizione della provincia texana di Turkey On the Bottle.
I just wanted to write powerful songs”, ribadisce Brian Coy & The Remaining Few e Pieces lascia fluire con disinvoltura le chitarre tra le godibili Count The Days, Highest of the Low, Momma Save Me e Strangers Bed, con accorate ballads come Another War Away (“One of the biggest parts of my life was serving my country as a US Marine. ‘Another War Away,’ hits home for me every time I play it, and it is just a song about how we, as a country, Never take care of our Veterans as much as we should”) a ribadire che molto probabilmente Pieces non sarà il disco che regalerà un posto di rilievo nella storia rock texana a Brian Coy, ma si tratta pur sempre di un inizio più che dignitoso.