WAYLON SPEED (Horseshoes And Hand Grenades)
Discografia border=Pelle

     

  Recensione del  30/12/2011
    

Il quartetto Waylon Speed arriva da Burlington, Vermont (il nome arriva dal figlio del vocalist, “Chad Hammaker, son's name is Waylon. When he got older, he really got into racing, and wanted his name to be speed. We put the two together, and called it a day. How cool would it be to be five years old and have a band named after you? We think it is a perfect fit.”)
Corre veloce come una palla sferica levigata e aggressiva al tempo stesso, tra un fiero rock macchiato dal country nascondono un’altra faccia, espressiva come quella di Hank III, dove le chitarre sullo sfondo del metal, corrodono e colpiscono. Sulla scia dell’esordio del 2010, Georgia Overdrive, questa volta i Waylon Speed si dividono in due cd, nei 13 brani di Horseshoes domina il rock e il country, in Hand Grenades esplode del metal strumentale.
Dai defunti Chuch e i Lucy Vincent, nasce un folletto isterico e visionario, un piccolo demone scalpitante e l’ascoltatore è immediatamente ‘preso’ dalla grazia semplice di Amplifier Switches e dal vocione della slide in Koi Pond e Self Divide, le chitarre diventano geografie e si fanno paesaggio in Horseshoe, disegnano regolarità e rettilinei in Skeletons, Horseshoes And Hand Grenades, Bent Carousel e la splendida ballad finale di Good Riddance, accomunano le strade del West Texas a quelle dell’East Coast degli ultimi due anni, un periodo prolifico con 2 dischi, un Ep e un nuovo album in cantiere.
Quelle strade per i Waylon Speed, asfaltate o meno, conducono dalla campagna alla città (“We all have different musical backgrounds. It is what comes naturally. We have fun playing and writing the instrumental songs an equal love for traditional country. We never decided to do it, it is just what happens, and we all like to get loud from time to time”) il sapore agreste rischiara in Santa Rosa, C.T. Tanker e F.U.B.A.R. ma i Waylon Speed dimostrano di sentirsi a loro agio anche entro le coordinate del rock di The Minor Blues, T-Bone Stop Sign e la sferzata di Street Light ad anticipare il cambio di ritmo di Hand Grenades.
Astratto e liberatorio come una soglia oltrepassata che ci racconta nuove strade solcate dai Waylon Speed, circolari tra Lassiter, Riding for the Brand, Shadows On the Sage e Deception Pass (l’unica non del tutto strumentale), assolutamente non anestetizzate nelle deflagranti Under the Cottonwoods e Fall of Balancing Rock. Il principio chimico di Horseshoes And Hand Grenades in cui il rock, il country e il metal si cercano, si attirano e si fondono ineluttabilmente è definitivamente enunciato.