DREW KENNEDY (Fresh Water In The Salton Sea)
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  Recensione del  30/12/2011
    

L’immagine di Fresh Water In The Salton Sea scorre su una strada trafficata texana, un buon motivo per andare oltre e cercare altrove, una deviazione in 221 pagine che accompagnato l’uscita del 5° disco di Drew Kennedy. Un romanzo che parte da dove ci aveva lasciato An Audio Guide to Cross Country Travel e sulle orme di Jack Kerouac racconta in prima persona la storia del 29enne songwriter Daniel Murphy e le avventure –divertenti e tristi- di un viaggio, di un songwriter, attraverso il Southwest.
Prendendo spunto dal disco live e distribuito gratuitamente Alone, But Not Lonely (riproponendone 3 brani) Drew Kennedy accorcia le distanze tra prima linea e retrovie, il campo e fuoricampo della vita di un musicista si assottiglia e si espande in Fresh Water in The Salton Sea. La vita 'on the road' viene raccontata come potrebbe sognarla ognuno di noi, il disco si lega al romanzo fin dalla brillante War With Myself alla conclusiva If I Live To See The Sun, americana e folk introspettivo, storie di canzoni e concerti scritte lungo le highways americane e di nuovi incontri tra vecchi motel e saggi Indiani necessari per vivere il sogno americano.
Drew Kennedy li assembla sulla carta per il pubblico, (“There are certain aspects of the novel that have their roots in actual events, most of Dan's view of the world from behind the wheel of a fifteen passenger van while on tour is something that I know intimately well”, racconta Drew. “Almost all of the places exist and for the most part a lot of the people exist as well.”)
E naturalmente in note, dalla splendida ballad di Stars In California scritta con Rob Baird, persiste con leggerezza nel lungo percorso di Fresh Water In The Salton Sea tra sole, terra e parole di ‘arcaica’ saggezza mentre č in giro con un vecchio furgone dopo l’ennesimo spettacolo (‘I'm forty-seven miles from home, I say a prayer to save me from static, And thank God for AM radio’) canta in AM Radio, senza grosse sperimentazioni (il sax in We've All Got Our Marks To Make ridistribuisce i colori) reinvenzioni dei codici cantautorali texani, gradite punte elettriche e roots che appaiono liberate e leggere tra Cold Goodnight e un bel gruppetto di pregevoli ballads (I've Got Some Leaving To Do, la romantica Vapor Trails, nel lavoro alla steel guitar in The Life And Times Of A Sad Song e nella coda di Home To Me, al violino di The Captain and the Highway). Da Fresh Water In The Salton Sea partono le linee rette delle strade piatte e dritte delle pianura texane, posti orizzontali, ma segni portante del profondo respiro di Drew Kennedy.