Il countryman
Jon Burklund introduce circostanze radiofoniche e nuove soluzioni al country robusto dell’interessante esordio di
You’re Drivin’ Me Crazy,
Leaving For The Last Time e
Love Spell di certo brillanti, indicano che qualche scorciatoia è dietro l’angolo dove portare
Start All Over avanti rapidamente nella direzione voluta.
Lo spazio è più stretto ma l’andirivieni continuo tra country e mainstream, violini e digressioni alla slide (la
Title-track,
I Remember,
By Your Side,
Denial e
Without Your Love) insinuano qualche dubbio a
Start All Over, non certo il
Jon Burklund rapido e introspettivo di
Haunted, quello ruspante e chitarristico (dove non c’è tempo per i ripensamenti melodici) di
Vampire e
The Ride, alla splendida
Working Until The Weekend dove mostra una chiara identità texana.
Lì si avverte qualcosa d’altro, come nella sapienza compositiva nella forma nostalgica del songwriter di provincia delle due brillanti ballads finali,
1953 e la espressiva
Never Really Gone, tutte insieme ad affermare che alla fine
Jon Burklund non si è lasciato (ancora) vampirizzare dall’industria country.
Parentesi all’interno di
Start All Over, ci sono quelle più interessanti e quelle più ‘scolastiche’, quelle più ispirate e quelle più rigorose, quelle più avventurose e quelle più monocorde. Nel complesso merita un’ascolto perché
Jon Burklund sa cambiar marcia quando vuole, e questo, per il futuro del texano, non è poco.