UNION (Siren’s Song)
Discografia border=Pelle

     

  Recensione del  29/12/2011
    

Il vocalist Pete Shoulder è uno dei più celebrati artisti Britannici (dopo Eric Clapton, ovviamente) vincitore a Memphis del W.C. Handy Blues Foundation Award, chitarrista coi fiocchi (bravo anche al mandolino e pedal steel) insieme all’altro chitarrista Luke Morley, si sono affacciati sulla ribalta americana dopo l’esordio omonimo dello scorso anno.
Siren's Song rafforza ancor più le distanze con l’Europa (la versione Deluxe regala un bonus disc con 3 brani inediti, versioni acustiche e live registrate in Olanda) rock ‘n blues, reminiscenze anni ’70, soul, passione e chitarre, c’è di tutto in Siren’s Song e la stessa Title-track con i cambi di ritmo serve a saggiare la temperatura.
Di fatto Siren’s Song è un disco libertario che tenta di conservare sempre –mascherandola con una strumentazione dall’acustico all’elettrico- una connotazione sostanzialmente blues-rock, ma dai sopraffini virtuosismi di Blame It On Tupelo si capisce che i The Union preferiscono vagare morbidamente privi di punti di riferimento, tra il melodismo sobrio e triste di Orion, nessun ‘effetto speciale’, nessuna distorsione, in un clima di sofferta malinconia che va ad incocciare con l’opprimente e accecante fervore di Obsession e della splendida The Remedy prima di annegare nel candore melodico della seducente Make Up Your Mind.
Siren's Song è un disco accattivante, con un’innegabile vitalità quando soul, blues&rock si incrociano nella eccelsa Cut The Line, il tutto è trattato con un movimento di andirivieni, di spostamenti continui tra il dentro e il fuori del rock (ferrea Burning Daylight, stile classico per Black Gold) deviazioni e cambiamenti espressivi che aprono la ricchezza stilistica dei The Union prima di chiuderla con i due volti di Time e la pianistica If I Could Make You Mine.