TIMO GROSS (Fallen From Grace)
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  Recensione del  29/12/2011
    

Vive al confine tra Francia e la Germania che gli ha dato i natali, sulla scena blues europea dagli anni ’70, il produttore, singer-songwriter e chitarrista Timo Gross corre sui binari oliati del blues elettrico dal 2005, ma l’esordio con Down to The Delta ha saputo mostrare anche luci scure e abbaglianti seppur in una modestissima articolazione di stili paralleli alla strada, dove vive e gli piace scrivere gli album, come il successivo Travellin’ dove ha iniziato a scombinare molto bene i diversi percorsi narrativi di partenze, arrivi ed incontri casuali.
Ma tra le gioie e i dolori del blues, al terzo disco ha optato per un percorso legato maggiormente alla grande tradizione dei songwriter americani, un libero flusso di rock, soul e folk-blues il cui ordine potrebbe benissimo essere cambiato a sentire la Title-track, Slow Down e Stand up. La steel guitar fluttua nelle acque animate di Fallen From Grace tra vecchi e classici tremolii (Bad e One Of A Kind) e le vibranti luminosità di Open Road, la raggiante Right On Time e Will You Take Me.
Timo Gross mira comodamente a ‘far godere’ l’ascoltatore (a sentire i coinvolgenti fiati di Love Ain't Given Up On Me) e il talento magro e timido degli esordi si trasforma per un disco professionalmente accurato, abbagliante nella splendida ballad finale di I Don't Know Why o quando è in giro tra le Small Town Blues e i riffs fiammanti di Travellin Man, lì il viaggio di Timo Gross restituisce il senso di cambiamento, dislocazione e rinnovamento intrapreso con Fallen From Grace.