Continuano ad incrociarsi in
Adam Hood, l’Alabama, e il Texas (“
There’s a lot of country influence in it, a lot of blues in it, that’s kind of what I was raised on”),
The Shape of Things prende vita in una serata particolare alla
Tavern on the Green alla presenza della songwriter
Miranda Lambert, “
I gave her a CD”, dice Adam. “
Two weeks later her mom called and said they wanted me to play a birthday party, and so I drove to Chicago and played. Then I started opening for them and she introduced me to Frank (Liddell, che il nuovo disco lo ha prodotto per la Carnival Music -n.d.a.)
and the guys I write for now. So a little divine intervention is the way I look at it.”
Il passato e il presente sono due poli verso cui tende
The Shape of Things, (“
It’s kind of, a little bit more introspective of a record, i kind of went back and king of reevaluated my life, I’m not on the road as much as I used to be. I also played a lot of guitar on the record and I co wrote a lot on the record. It was like a 3 year process”), prosegue lungo uno stile elettrico caro ad
Adam Hood –country, rock e americana- senza rinchiuderli in spazi diruti e oppressivi, la steel di Mike Henderson, la voce calda e i tempi agresti texani prendono piede sin dalla luminosa
Hell of a Fight, melodia distesa e modulata da ascrivere ad un songwriter capace di evocare paesaggi sconfinati mentre parla della sua vita sulla strada in polemica con le produzioni country di Nashville, che ricamano sul nulla e vanno consumate a stomaco pieno.
Brani come
Flame And Gasoline e
I'll Sing About Mine sono i ‘fuori fuoco’ di
The Shape of Things, melodie radiofoniche ma lontano da brani in cui tutto si sfuoca (forse l’unica è la ballad
Moving Mountains), con lo spirito sudista a portare un vento salutare alle liriche della deliziosa
Grandpa’s Farm e lungo le sponde del Mississippi river di
Tennessee Will dove poter mostrare l’universo interiore di un songwriting sempre palpabile e senza aloni di sovra-esposizione a renderlo scontato.
La steel ‘prende corpo’ nella
title-track, in
Once They're Gone e
Gonna Take a Woman, si modella su superfici melodiche variabili e ne amplifica la piacevolezza, coro e spirito dell’Alabama avvolgono
Front Porch Thang, la splendida
Hard Times in the Land of Plenty, zavorrano la lap steel nella raggiante
New Deep Ellum Blues. Sono le molteplici sfumature di
The Shape of Things, un disco tra materico e luminoso, vitale come un sogno, un biglietto aereo.