CAROLYN WONDERLAND (Peace Meal)
Discografia border=parole del Pelle

          

  Recensione del  29/11/2011
    

Una serata all’Antones, soul, folk e blues sulla scia di Misunderstood del 2008. L’aspettativa era di una serata dolce, il brivido del rock doveva correre fuoricampo, invece Carolyn Wonderland lo nascondeva tutto nella chitarra, la stessa che stringe sulla cover di Peace Meal, il nuovo disco della texas songwriter nativa di Houston. Una sorpresa al femminile, Austin ne regala in continuazione (soprattutto agli scettici -come il sottoscritto, per il quale le donne su di un palco sono semplicemente ostaggi in un mondo posseduto dagli uomini).
Peace Meal è sanguigno come le sue esibizioni, elettrico, steel dipendente (molto brava, ma è capace anche alla tromba), stoioco blues/rock ma sensibile e spirituale quando si tratta di definirne i confini di personaggi abituati a convivere con l’inutile ordine quotidiano, scandito da rituali e doveri inconcludenti. Un disco maturo da una songwriter tacciata dalla figura di Janis Joplin (la stampa americana non vede altro in lei) e Carolyn Wonderland apre il disco proprio con una sua cover, l’oscura What Good Can Drinkin' Do, con un arrangiamento diverso e molto coinvolgente (l’originale era solo voce/chitarra) ma per un motivo sostanzialmente diverso, che lei così descrive: “Growing up in Texas, young girls learn to only sing Janis’ songs in private”.
Peace Meal alterna un passato (oltre alla Joplin, c’è Bob Dylan, Robert Hunter, Elmore James, e Robert Johnson) con un blues moderno estremamente ricco e raffinato, fatto di accelerazioni in Victory of Flying, No Exeption e la splendida Dust My Broom, con contrasti classici caricati dal piano e dalla steel anche in Only God Knows When e nell’intensa ballad di Golden Stairs, tra chitarre, soul e hammond nell’amabile St. Marks e I Can Tell. Carolyn Wonderland punta la chitarra su una globalità di stili che assorbe e smussa con maggiore aderenza rispetto al passato (le tastiere diventano psicadeliche in Userper, il lato scuro del blues in Two Trains e nella splendida Meet Me In The Morning) chiudendo con la meravigliosa Shine On a suggellare il credo di Carolyn Wonderland: “When you're happy, you dance. When things get under your skin, find a pen”.