TOM RUSSELL (Mesabi)
Discografia border=Pelle

     

  Recensione del  01/11/2011
    

A spasso per l’America, Mesabi circumnaviga anche la discografia di Tom Russell, dal Mesabi Iron Range nel Minnesota -uno dei più grandi depositi di rocce e minerali (luogo freddo, inospitale, dove si lavora duro), si procede senza cercare un approdo ma lasciando sempre aperta una porta verso l’amato Messico, alla tromba mariachi di Jacob Valenzuela e la fisa del fedele amico Joel Guzman. Quella porta permette di rimescolare le carte e le cambia spesso Tom Russell insieme ai Calexico sin dalle fiammate della title-track.
(“My career seems to have gone in the opposite direction from a lot of people whose notoriety came over their first half dozen records,” precisa Russell. “Mine didn’t. My career built very slowly, and then I moved to El Paso in ’97, further outside than anybody could imagine. By not plugging into the machine, the records I’ve made in the past 10 years have been my strongest and most outside records, especially the past two. It seems that the older I get, the more I’ve been able to keep on the outside”).
Tom Russell identifica nella prima parte la possibilità di sviluppare il lato emotivo di un’America vista attraverso ricordi e personaggi cinematografici, attori e giovani promesse che non dicono molto all’ascoltatore al di qua dell’Oceano, ma basti pensare al terribile periodo anni 40-50 del Maccartismo (la 'paura rossa') per farsene un’idea, tutte mosse da una forza oscura ingannevolmente imparentate con Indians Cowboys Horses Dogs: dolci le ballads Sterling Hayden, Furious love (For Liz), jazzate in When the Legends Die e The Lonesome Death of Ukelele Ike, sovraccaricate al punto giusto, quel tanto da renderle taglienti in Farewell Never Land.
Il confine Mesabi lo oltrepassa da Heart within a Heart, splendida love song, lì Tom Russell ritorna tra le pericolose El Paso e Jurez, la tromba malinconica solca la nuova versione di Roll The Credits Johnny, dalla compilation Veteran’s Day, e piccoli pulviscoli luccicanti iniziano a brillare sin dall’intensa Heart within a Heart, ma è l’impasto ‘border’ l’unico capace di trattenerli, meraviglioso il trittico che inizia con And God Created Border Towns tra la pericolosa guerra ispanica al cartello della droga (‘The devil talks in tongues of politics / And God created border towns’) e si spinge lungo i confini del Rio Grande di Goodnight, Juarez a riflettere lo spirito di una paese tra cielo, terra e inferno misurati sulla scala della storia dell’uomo in Jai Alai.
Quel fascio di luce illumina anche il finale, nella versione di Love Abides -da Man Coming From God Knows Where- lasciando spazio al fuoco dilagante della poesia nelle due perle finali (le bonus tracks): la Dylaniana A Hard Rain’s a-Gonna Fall, 9 favolosi minuti in compagnia di Lucinda Williams e nella colonna sonora di Road to Nowhere (film di Monte Hellman. Una sorpresa, un thriller da vedere). Tom Russell mi piace identificarlo con la saggezza pellerossa, come un capo indiano dalle visioni luminose, e proprio per questo ancora capace di soluzioni autoriali come Mesabi, un vero toccasana ad un quotidiano inquinato da troppe tossine.