DONNY WAITS (It’s Come to This)
Discografia border=parole del Pelle

  

  Recensione del  01/11/2011
    

Roots-rocker di provincia tra fattorie, camioncini e chitarre ha iniziato ad accumulare dati e sensazioni, ma le reazioni necessarie per incidere un Ep (il sopraffino Runaway With Me, 2008) le ha trovate tra la vita dei vecchi cowboys e fuorilegge in debito con la legge, un disco genuino, senza abbellimenti, penna e chitarra. Il percorso di Donny Waits –iniziato nel 2004 sulla scia di songwriters come Walt Wilkins e Chris Knight- tra ‘texas road trips’, treni, storie di pistole e periferia ha trovato in Phil Pritchett la spinta necessaria per continuare a rispolverare un suono legato alle radici.
Insomma si ruba, ma appassionatamente in It’s Come to This, da un lato cerca e trova l’aggancio al rock classico effettato della slide, ma dipendente al massimo verso la potenza del roots texano alcolico, così la chitarra di Steve Gibbs procede ad andatura costante nel rutilante avvio di I Still Feel The Same e Dance Around The Fire, il ritmo tagliente, il respiro degli spazi elettrici, gli squarci cantautorali di Donny Waits –le ballads elettriche di Nightmares, The Bottom e The Unknown- rimangono impressi nella memoria, trova punti di riferimento nella malinconia della slide, declinante alla tristezza ma il tessuto sonoro di It’s Come to This si sottrae ad ogni rischio di stucchevolezza premeditata in virtù di un lirismo autentico e suggestivo nella splendida Coyote e lungo le strade del Texas di County Road.
Il tono delle chitarre di Pushin' Gears va di pari passo con quelli riflessivi di This Side Of Trouble e dell’accorata bellezza acustica della Title-track, tanto che Donny Waits per smettere di rinfrangere quelle salutari onde elettriche ospitate lungo i binari di It’s Come to This non può che salutare salendo a bordo del rovente Black Train.