16°esimo album con molte novità: la Lost Highway, il ritorno alla produzione di
Lloyd Maines (garanzia del precedente
The Rose Hotel, 2009) il classico sfondo dell’Americana che tende a sfumare e stesso dicasi delle isolate colline di Scriptorium scelte da sempre per scrivere di musica: “
I always said that I never write on the road because it’s too sterile and I’m too tired,” dice Keen. “
Well, last year I just decided that we were going to throw that rule away and write on the road”.
Le tradizioni saltano, ma
Robert Earl Keen mantiene il sarcasmo e lo humor che da buon texano non perde per strada, dal titolo
Ready for Confetti alla divertente cowboy story di
Black Baldy Stallion dove si iniziano a scorgere quelle zone senza tempo del roots&western battute agli esordi, un’area melodica che sfugge alla normale cronologia del quotidiano e con la lap steel, l’armonica e i sapori di confine tutto ancora può succedere.
La scelta di Lloyd Maines è vincente, meno quella di
Robert Earl Keen (la
title-track,
Top Down e parzialmente in
Waves on the Ocean), di lasciarsi assorbire da un sound che assomiglia troppo alla svolta ‘caraibica’ del divo della country music,
Kenny Chesney, e lì
Ready for Confetti soffre di sfiatamento ma arriva in fondo, seppur con qualche intoppo.
Splendida la malinconia roots di
I Gotta Go, il modo con cui riesce a vincere la pigrizia mentale nell’accorata ballad di
Lay Down My Brother e di quel passato che torna ad affacciarsi nella brillante steel di
The Road Goes On and On. Si tira dentro i ricordi di
The Road Goes on Forever, si respira l’aria robusta della tradizione texana, la riprende e la sottomette ad un concatenamento elettro-acustico liberandone così tutte le potenzialità nascoste, come sertirsi a casa in
Who Do Man,
Show The World e nella sopraffina rilettura di
Play A Train Song (Todd Snider).
Ma nonostante i molti, trasparenti richiami che lo attraversano (nel finale, nuova versione di
Paint the Town Beige -sempre meravigliosa- dall’album del 1993
Bigger Piece of Sky e di una
Soul Man -molto texana, che spesso Keen propone nei live show)
Ready For Confetti è insieme concreto e simbolico. Guardare, pensare e andare avanti. Questo è
Robert Earl Keen.