Sono in giro dal 2009, hanno sfrondato in un paio di anni i rami deboli e trovato la linea giusta per le chitarre tra texas rock e melodia, tanto che l’esordio di
Long Holiday non è etichettabile come un semplice temino senza grossi errori di ortografia e sintassi, i
Two Door Ford assestano diversi scatti interessanti.
Sempre perfetto il dosaggio della slide a partire dalla piacevole accoppiata di
809 Blues e
Amazed, semplice, diretto anche se il passo è lento, Zach Figueroa –voce e chitarra- naviga spavaldo nei paesaggi della periferia texana, spezzettata e difforme, millimetricamente funzionale, ma sempre agitata dai guizzi di Ryan e Daniel Brown alle chitarre tra spasmi e strizzate roots, tra i diavoli di una godibilissima
Fast Train e la calda lap steel della brillante ballad di
Johnny.
Sebbene la giostra della vita viene vista nel suo perenne interrompersi senza previsioni, non mollano mai lo schema sulle corde, dato che funziona lo si tira a lungo, da
Something's Gotta Change all’arcigna
Jaded, anche se qualche residuo radiofonico resta, opaco, nascosto e nello stesso tempo visibilissimo in
Just a Friend e
Gonna Be Alright.
Long Holiday scivola in fretta senza annoiare, compreso gli strati più sorvegliati di
Red, White and Blue e della
title-track, volutamente lenti dove i
Two Door Ford allineano le ultime vertigini melodiche per un esordio più che sufficiente.