MORELAND & ARBUCKLE (Just A Dream)
Discografia border=Pelle

     

  Recensione del  28/09/2011
    

Una decade passata insieme dopo l’incontro casuale in un club di Wichita, Kansas (“It was kind of perfect,” dice Arbuckle. “We had a shared vision, in a place where there really wasn’t much interest in – or support for – country blues”), il duo Moreland & Arbuckle affila telecaster e cigar box nella breve esperienza coi King Snakes ma sulle strade del Mississippi trova il modo di compenetrare efficacemente il blues con il delta e lo swamp dando vita a una signor discografia -Caney Valley Blues 2005, Floyd’s Market nel 2006, 1861 nel 2008 e l’acclamato Flood dello scorso anno.
Al quinto disco, il duo decide di curare maggiormente la produzione e a seconda dell’intensità luminosa del delta mississippi, Just a Dream si lucida ancora nel suono ruvido e sporco delle chitarre ma mette in rilievo anche la grana di un suono sperimentale, come nell’apertura di The Brown Bomber. Ci si cala ancora in un buco nero in preda a una tempesta di riffs e armonica ma stavolta Moreland & Arbuckle buttano dentro sprazzi rock -la title-track e Shadow Never Changes- l’organo di Chris Wiser in 4 brani e del chicago roots-blues legato alle tradizioni come per le indiavolate Purgatory, So Low, Travel Every Mile e l’accattivante cover waitsiana di Heartattack and Vine.
Volutamente ripetitivo, frammentato e ossessivo in Troll dove Moreland & Arbuckle danno sfogo all’improvvisazione e al libero fluire di suoni e strumenti (come per la breve Gypsy Violin o quando si aggrega il chitarrista Steve Crooper nella conclusiva White Lightnin’), Just A Dream sperimenta nuove traiettorie nel delta sound sempre così dannatamente accattivante mentre pilota Good Love e Who Will Be Next, ma stavolta con Just A Dream nasce un nuovo organismo pulsante ed irrequieto, come una nebulosa ‘testuale’ marchiata Moreland & Arbuckle.