DANNY SANTOS (Say You Love Me Too)
Discografia border=Pelle

  

  Recensione del  11/03/2010
    

Talento limpido, bella voce, melodie tra country, roots, punte bluegrass e il vento del Messico, se ne erano perse le tracce (4 dischi: Caution to the Wind del ’95, Sinners & Saints del ‘99, Headaches & Heartaches del ’03, Done Gone Got Lucky del ’04) soltanto perché una volta trasferitosi in Texas son cambiate le abitudini, una terra dove l’immaginario della nostra ‘amata’ società occidentale si può spegnere schiacciando un semplice bottone, una prassi da far propria. Cantastorie legato alla tradizione del songwriting texano di primo livello (Townes Van Zandt, Guy Clark) è in grado di rappresentare bene la fantasmaticità del vivere, la trasparenza del quotidiano che dona lo stesso spazio al dolore e all’amore, quello della splendida Say You Love Me Too –la title track- costeggia i confini messicani, steel e lap steel in una cronaca fedele, una specie di enciclopedia di una ‘storia’, forse di tutte le storie possibili.
Ma in Say You Love Me Too c’è inizialmente un’indovinata simbiosi di stili diversi con le varie sfaccettature delle cose del quotidiano, trova spazio lo spirito roots di una calda armonica nell’acustica Lost My Control, i violini country della graziosa ballata di Sittin' On Top Of The World, ma a saltare in primo piano è anche la maturità artistica di Danny Santos che trova nella meravigliosa El Coyote voragini dello sperdimento e dell’incomprensibilità della vita, e anche se le affronti con le persone che ti sono vicine, i sorrisi tendono a nascondersi mentre la straziante ballad si cala nell’oscurità delle terre messicane di confine.
Commovente capolavoro acustico tex-mex. L’atmosfera di Say You Love Me Too è intima, ma molto più acustica nella seconda parte, risalta il bluegrass che macchia Hungry for Love tra il vortice di sentimenti che rigirano di continuo nelle ballate, Ain't Love Grand, Seven Eleven Heaven e This Memory Of You, Danny Santos cerca anche nuove sfaccettature melodiche, efficaci nella sinuosa slide di ballads intriganti come Hard To Love Harder To Hold e The Coffee Club (molto meno nel giochino ipnotico di Love's Been A Long Time Comin') ma la scelta di limitarsi a voce e chitarra ripaga in Caution To The Wind e la live song finale di Häagen-Dazs Blue.
Il legame di Danny Santos con la provincia texana oltre a non recidersi, è diventato più forte. Lì per invecchiare e confermarsi songwriter di razza.